L’ipertiroidismo nel gatto è una condizione clinica causata all’eccessiva produzione di ormoni da parte della tiroide, nello specifico T4 (tiroxina) e T3 (triidiotironina). Nella stragrande maggioranza del casi (98%) l’ipertiroidismo è dovuto a un ingrossamento di natura benigna dei lobi della tiroide. Negli altri casi si tratta di carcinoma, tumore maligno della ghiandola.
Quali sono le terapie per la cura dell’ipertiroidismo nel gatto
La scelta della giusta terapia per l’ipertiroidismo del nostro gatto dipende da diversi fattori: la sua età, la presenza di eventuali danni renali, natura della formazione tumorale (benigna o maligna) e investimento economico.
Terapia chirurgica
Se il problema riscontrato riguarda un carcinoma o grosse cisti, la prima scelta a livello terapeutico è quella chirurgica.
Prima dell’intervento è molto importante effettuare una scintigrafia tiroidea, per poter escludere l’eventuale presenza di tessuto tiroideo lontano dalla regione del collo. È inoltre importante che prima dell’operazione il nostro gatto venga stabilizzato sia in termini di aritmia che di livelli di ormoni tiroidei.
L’intervento chirurgico vero e proprio (tiroidectomia) prevede la rimozione dei lobi tiroidei, solitamente eseguita su un lobo alla volta, con operazioni a distanza di un mese.
Dopo l’intervento è necessario monitorare e intervenire sulle conseguenze, di solito transitorie, dovute all’operazione:
- ipocalcemia, che va gestita nell’arco di 48 ore ed è dovuta al coinvolgimento, in sede di intervento, delle paratiroidi, che gestiscono i livelli di calcio nell’organismo del nostro animale;
- ipotiroidismo, che viene gestito con la somministrazione di levotiroxina e che in alcuni casi risulta permanente;
- sindrome di Horner (malattia neurologica che colpisce l’occhio) e
- danni al nervo laringeo.
Terapia con iodio radioattivo
Si tratta di una terapia che si rivela risolutiva nel 95% dei casi, ma presenta degli alti costi economici. Il tessuto malato della tiroide viene distrutto in maniera selettiva, permettendo di preservare quello sano.
Questo tipo di terapia, poiché prevede l’utilizzo di sostanze radioattive, comporta per il nostro gatto un ricovero in isolamento per 14 giorni all’interno di una struttura specializzata. Per questo motivo i candidati più adatti a questo tipo di intervento sono gli animali che non presentano malattie che necessitano di monitoraggio e assistenza ravvicinata (come per esempio il diabete).
Terapia farmacologica
Il trattamento farmacologico per l’ipertiroidismo nel gatto è costituito dal dimetimazolo, che viene somministrato due volte al giorno durante l’intero corso della vita del nostro animale sotto forma di sciroppo o, più raramente, sotto forma di pomata auricolare.
Questa terapia, che non comporta la guarigione completa dalla patologia, permette di tenere sotto controllo la produzione degli ormoni tiroidei.
In questo tipo di terapia è fondamentale individuare il corretto dosaggio del farmaco: ecco perché devono essere monitorati regolarmente i valori di T4, con una frequenza dapprima più ravvicinata e poi più rada (4-6 mesi). È opportuno monitorare anche la funzionalità renale, che può essere danneggiata dal un ipertiroidismo cronico.
La terapia farmacologia può talvolta comportare effetti collaterali, che si esauriscono normalmente dopo i primi tre mesi di terapia: sintomi gastroenterici, prurito, problemi al fegato e aumento dei globuli bianchi. Solo nel 4% dei casi si riscontrano casi di miastenia gravis (che causa una debolezza a livello muscolare) o danni alla coagulazione.

L’alimentazione può svolgere un ruolo importante per l’ipertiroidismo nel gatto.
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Alimentazione
Un altro modo per tenere sotto controllo l’ipertiroidismo nel gatto è l’alimentazione a base di alimenti specifici e privi di iodio. Il miglioramento dei sintomi, in questo caso, procede più lentamente che con le altre terapie (circa quattro settimane) e alcune condizioni (come la perdita di peso e le alterazioni della frequenza cardiaca e dei valori epatici) possono non risolversi.
L’ipertiroidismo nel gatto è una problematica molto diffusa: è importante disgnosticarla con tempestività e scegliere il trattamento più opportuno per il benessere del nostro animale.