La filariosi nel cane: cause e sintomi

Cane in mezzo alla campagna.

La filariosi è una malattia cardiovascolare causata da un parassita, chiamato nematode, che viene trasmesso al nostro cane attraverso la puntura di una zanzara. Può manifestarsi in forme molto gravi, fino alla morte dell’animale.

Il contagio avviene nei mesi di vita delle zanzare (generalmente da aprile a novembre), sia da specie diurne che notturne.

Le zone in passato più colpite risultano le regioni nell’area della Pianura Padana (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana e Liguria) perché presentano un’alta presenza di zanzare. Ultimamente si sono aggiunte anche regioni del centro sud Italia, come Umbria, Marche, Lazio, Sardegna e Puglia.

Le variazioni di clima e temperatura a cui stiamo assistendo negli ultimi anni, inoltre, possono prolungare i mesi di alta temperatura e conseguentemente il periodo di vita delle zanzare, allargando la finestra temporale in cui può avvenire il contagio da filaria.

Il nostro cane può essere contagiato indipendentemente dalla sua razza e dall’età.

Come avviene il contagio

Il “ciclo” del contagio da filaria prevede la presenza di un cane precedentemente infettato. La zanzara al momento della puntura assume dal sangue le cosiddette microfilarie, cioè i parassiti al loro stadio iniziale di sviluppo (L1). Dopo circa quindici giorni la zanzara, pungendo un cane sano, è in grado di trasmettergli le larve della filaria, allo stadio di sviluppo L2 ed L3. Nel corso di pochi mesi le larve si evolvono in organismi adulti, alla fase di sviluppo L4 ed L5, e si collocano nel circolo sanguigno in prossimità di cuore e polmoni. Gli individui adulti si riproducono, liberando nuove microfilarie nel sangue dell’animale ospite.

Il ciclo di contagio della filariosi nel cane.

I sintomi della filariosi nel cane

I parassiti adulti si posizionano nel cuore e nelle arterie polmonari dell’animale ospite, in numero anche molto elevato (possono osservarsi fino a 200 filarie adulte).

Le arterie, quindi, vengono parzialmente ostruite e si infiammano, costringendo il cuore ad aumentare la sua attività per pompare il sangue regolarmente superando la barriera creata dai parassiti.

Non è detto che all’inizio dell’infestazione il nostro cane manifesti dei sintomi. I primi a presentarsi possono essere eccessivo affaticamento dopo l’esercizio fisico o addirittura il suo totale rifiuto, perdita dell’appetito e tosse.

Se la filariosi viene trascurata possono sopraggiungere ulteriori sintomi come la fatica a respirare, l’accumulo di liquidi nell’addome, insufficienza renale e cianosi (cioè una situazione in cui pelle e mucose assumono un colore bluastro a causa della carenza di ossigeno nel sangue).

Diagnosi

Per diagnosticare l’avvenuto contagio da filaria è possibile effettuare diversi esami: esami del sangue, radiografie ed elettrocardiografie.

Gli esami del sangue per la filaria

Esistono diverse tipologie di esami ematici per diagnosticare la presenza della filaria.

I test per la ricerca di microfilarie hanno lo scopo di osservare se sono presenti nella circolazione sanguigna i parassiti al loro primo stadio (L1). Accertamenti successivi permettono, inoltre, di identificare l’esatta specie di filaria che è presente all’interno dell’organismo del nostro cane.

Se durante gli esami del sangue non vengono trovate le microfilarie non si può automaticamente escludere il contagio: esistono infatti casi di infestazione occulta in cui comunque i parassiti adulti sono presenti all’interno del cuore.

Uno specifico test è rivolto alla ricerca degli antigeni, cioè particolari molecole riconosciute dal sistema immunitario dell’organismo. Gli antigeni che è possibile identificare con questo test sono prodotti dalla presenza di femmine adulte di filaria, offrono quindi risultati positivi a partire da sei-otto mesi dopo il contagio, quando le larve si sono evolute in individui adulti. Non producono risultati utili quando nell’organismo sono presenti solo individui maschi o il contagio è avvenuto da poco tempo.

Dopo una terapia volta all’eliminazione delle microfilarie i test antigenici continuano a produrre risultati positivi anche dopo diversi mesi.

Radiografie

Questo esame viene effettuato di norma dopo che gli esami del sangue hanno evidenziato la presenza della filaria allo scopo di valutare la gravità dell’infestazione ed eventuali danni causati dagli esemplari che vivono nel cuore dell’animale.

Negli stadi avanzati la radiografia può evidenziare l’aumento del diametro delle arterie, anomalie ai polmoni e ingrossamento del cuore.

Ecocardiografia ed elettrocardiogramma

Poiché l’elettrocardiogramma permette di osservare l’attività elettrica del cuore è possibile osservare anomalie al funzionamento cardiaco durante le fasi avanzate della filariosi.

L’ecocardiografia, invece, è un esame che attraverso gli ultrasuoni permette di ricostruire l’immagine del cuore e delle arterie più grandi e rende direttamente osservabile la presenza dei parassiti. È utile anche a valutare il corretto funzionamento del cuore e un suo eventuale ingrossamento.

Leggi anche:  La filariosi nel cane: 5 step per la terapia e la prevenzione

Cover: Foto di Jamie Street su Unsplash

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