Il geco leopardino è un affascinante rettile che sempre più spesso diventa il nostro animale da compagnia. La sua docilità, longevità e facilità di riproduzione ne hanno permesso un’enorme diffusione come animale “domestico” in tutto il mondo.

Paesi d’origine del geco leopardino
1. L’origine del geco leopardino
Questo bellissimo animale (il cui nome scientifico è Eublepharis macularius) ha origine dagli habitat rocciosi e desertici dell’Asia Meridionale, in particolare Afghanistan, India, Iran, Iraq e Pakistan.
2. Particolarità anatomiche
Questo geco appartiene alla sottofamiglia Eublepharinae, cioè gechi forniti di palpebre. Hanno, infatti, la caratteristica di avere palpebre mobili rispetto ad altri gechi.
Un’altra caratteristica di questo animale è di non avere strutture adesive sotto le dita: posseggono invece unghie, per potersi arrampicare facilmente sulle rocce.
Hanno inoltre una grossa coda carnosa: serve a contenere depositi adiposi che costituiscono una riserva di acqua e cibo. Queste riserve sono fondamentali ai fini della sopravvivenza in natura perché permettono al geco leopardino di resistere per molto tempo senza bisogno di bere e mangiare.
3. Aggressività verso gli altri esemplari della specie
Il geco leopardino è un animale molto docile nei confronti dell’uomo. Può però risultare davvero temibile per gli esemplari della sua stessa specie.
Due esemplari di sesso maschile non dovrebbero mai essere alloggiati nello stesso terrario, perché darebbero vita a violenti scontri, anche con esito mortale.
I gechi leopardini possono essere tenuti insieme in coppia (maschio e femmina) durante la stagione riproduttiva, o ancora meglio in piccoli gruppi in cui convivano un maschio con diverse femmine.
È anche opportuno separare gli esemplari adulti dai baby (gli esemplari più giovani), per evitare episodi di cannibalismo.
4. Riproduzione
I gechi leopardini sono in gradi di riprodursi a cominciare dai 9/18 mesi di età. Le femmine, tuttavia, iniziano a produrre uova fertili sono quando raggiungono un peso di 40/50 grammi. La stagione degli accoppiamenti va da gennaio fino a settembre/ottobre.
Prima dell’accoppiamento è possibile porre i gechi leopardini a un periodo di brumazione, ossia un leggero stato di letargo caratterizzato da una diminuzione della temperatura e dell’esposizione alla luce. La brumazione favorisce l’istinto riproduttivo ma deve essere praticata solo e soltanto se l’animale si trova in ottima salute e dopo un periodo di digiuno.
Le uova vengono deposte da 15 giorni ad un mese dall’accoppiamento.
Un esemplare femmina di geco leopardino produce 4 o cinque covate da 2 uova per stagione, con un mese di intervallo tra l’una e l’altra. La produzione diminuisce man mano che l’esemplare invecchia.
Il guscio delle uova appena deposte è piuttosto morbido. Se le uova sono fertili il guscio si indurirà, mentre rimarrà sottile e soffice se le uova non sono fertili.
Quando trasferiamo le uova nell’incubatrice e durante tutto il periodo di incubazione dovremo avere cura di non modificare la posizione e la rotazione.

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Le uova schiuderanno in 6/12 settimane e a seconda della temperatura d’incubazione nasceranno maschi e/o femmine.
5. Morph

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Questo termine viene utilizzato per indicare il colore e l’aspetto esteriore del rettile.
Dobbiamo sapere che nel geco leopardino il disegno sul carpo cambia notevolmente con l’avanzare dell’età: gli esemplari giovani sono di colore giallo e presentano bande marroni/nere sul tronco e bande nere e bianche sulla coda. Col passare del tempo le bande assumono l’aspetto di macchie.
Il morph più comune è quello che presentano questi rettili in natura: una colorazione gialla di base con macchie di colore nero/marrone scuro, mentre la regione del ventre è bianca.
Nel tempo sono stati creati molti altri morph, selezionando gli esemplari in base alla varietà di colore.
Esistono per esempio i tipi high yellow, blizzard (di colore grigio chiaro, quasi rosa), tangerine (o mandarino) e la variante black night, un geco leopardino nero molto raro e difficile da ottenere